Meditazione sull'equanimità

Ep. 101 Meditazione sull’equanimità

Con questa meditazione sull'equanimità si sperimenta la pace e la serenità di quando non si accettano gli estremi di piacere/sofferenza.

Un aspetto importante della pratica è la capacità di vivere pienamente sia gli aspetti piacevoli che quelli spiacevoli della vita, rimanendo in pace e serenità, permettendoci così di non farci influenzare da attaccamenti, avversioni o erronei punti di vista.

Quarto dei Quattro Stati mentali incommensurabili è proprio l’equanimità, in Pāli upekkhā, insieme alla gentilezza amorevole, mettā, la compassione, karunā, e la gioia compartecipe, muditā.

La meditazione di equanimità può essere fatta in modo analogo a quella di gentilezza amorevole, augurando di sperimentare l’equanimità prima a sé stessi, poi alle persone care, alle persone con cui abbiamo un rapporto “neutro”, quindi quelle con cui abbiamo un rapporto difficile per concludere augurando a tutti. Possiamo usare le parole:

Che io possa accettarele cose così come sono. Che io possa accettarmi così come sono.
Che [i miei cari/le persone che conosco appena/le persone con cui ho difficoltà/tutti gli esseri] possano accettare le cose così come sono. Che […] possano accettarsi così come sono. Che io possa accettarle così come sono

Come insegna il Ven. Kiribathgoda Gnanananda Thero, un altro modo di praticare la meditazione sull’equanimità è quello di meditare sugli otto dharma mondani (“dharma” in questo caso non fa riferimento all’insegnamento del Buddha, ma ai fenomeni), ovvero le quattro coppie di piacere/dispiacere che più ci scombussolano la vita:

Gli otto dharma mondani sono:

  1. Desiderio per i beni materiali
  2. Desiderio di essere liberi dalla mancanza di beni materiali
  3. Desiderio di felicità e agi
  4. Desiderio di essere liberi da infelicità e disagi
  5. Desiderio di una buona reputazione
  6. Desiderio di essere liberi da una cattiva reputazione
  7. Desiderio di lode
  8. Desiderio di essere liberi dalle critiche

Trovando la via di mezzo tra queste quattro coppie di estremi, possiamo coltivare in noi i semi della serena equanimità.

Meditazione sull’equanimità

  1. Per ognuno degli otto dharma mondani, possiamo
    1. portare alla mente un ricordo di uno di quegli stati (guadagno/perdita/lodi/critiche/fama/disgrazia/piacere/dolore)
    2. osservare l’effetto che ci fa nel corpo e nella mente, se di agio o stress, se aumentano i pensieri o le emozioni oppure ci sente più in pace
    3. Permetterci di lasciar andare quel ricordo, usando le parole appropriate:
      1. Possa io non esaltarmi per il guadagno.
      2. Possa io non rattristarmi per la perdita.
      3. Possa io non esaltarmi per le lodi.
      4. Possa io non rattristarmi per le critiche.
      5. Possa io non esaltarmi per la fama.
      6. Possa io non rattristarmi per la disgrazia (cattiva reputazione).
      7. Possa io non esaltarmi per il piacere.
      8. Possa io non rattristarmi per il dolore.
    4. Riconoscere che quello stato, il guadagno, la perdita etc. non sono nostri, non siamo noi e così lasciandolo andare.
    5. Alla fine possiamo dimorare nella pace.

Meditazione sull’equanimità registrata nel gruppo di meditazione di Terrapura il 12 marzo 2021.

Per ascoltare le riflessioni di Dharma sull’equanimità, date a seguire di questa meditazione:

E’ possibile ascoltare anche queste riflessioni di Dharma legate all’equanimità e agli otto dharma mondani:

Photo by Richard Lee on Unsplash

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