Un aspetto importante della pratica è la capacità di vivere pienamente sia gli aspetti piacevoli che quelli spiacevoli della vita, rimanendo in pace e serenità, permettendoci così di non farci influenzare da attaccamenti, avversioni o erronei punti di vista.
Quarto dei Quattro Stati mentali incommensurabili è proprio l’equanimità, in Pāli upekkhā, insieme alla gentilezza amorevole, mettā, la compassione, karunā, e la gioia compartecipe, muditā.
La meditazione di equanimità può essere fatta in modo analogo a quella di gentilezza amorevole, augurando di sperimentare l’equanimità prima a sé stessi, poi alle persone care, alle persone con cui abbiamo un rapporto “neutro”, quindi quelle con cui abbiamo un rapporto difficile per concludere augurando a tutti. Possiamo usare le parole:
Che io possa accettarele cose così come sono. Che io possa accettarmi così come sono.
Che [i miei cari/le persone che conosco appena/le persone con cui ho difficoltà/tutti gli esseri] possano accettare le cose così come sono. Che […] possano accettarsi così come sono. Che io possa accettarle così come sono
Come insegna il Ven. Kiribathgoda Gnanananda Thero, un altro modo di praticare la meditazione sull’equanimità è quello di meditare sugli otto dharma mondani (“dharma” in questo caso non fa riferimento all’insegnamento del Buddha, ma ai fenomeni), ovvero le quattro coppie di piacere/dispiacere che più ci scombussolano la vita:
Gli otto dharma mondani sono:
- Desiderio per i beni materiali
- Desiderio di essere liberi dalla mancanza di beni materiali
- Desiderio di felicità e agi
- Desiderio di essere liberi da infelicità e disagi
- Desiderio di una buona reputazione
- Desiderio di essere liberi da una cattiva reputazione
- Desiderio di lode
- Desiderio di essere liberi dalle critiche
Trovando la via di mezzo tra queste quattro coppie di estremi, possiamo coltivare in noi i semi della serena equanimità.
Meditazione sull’equanimità
- Per ognuno degli otto dharma mondani, possiamo
- portare alla mente un ricordo di uno di quegli stati (guadagno/perdita/lodi/critiche/fama/disgrazia/piacere/dolore)
- osservare l’effetto che ci fa nel corpo e nella mente, se di agio o stress, se aumentano i pensieri o le emozioni oppure ci sente più in pace
- Permetterci di lasciar andare quel ricordo, usando le parole appropriate:
- Possa io non esaltarmi per il guadagno.
- Possa io non rattristarmi per la perdita.
- Possa io non esaltarmi per le lodi.
- Possa io non rattristarmi per le critiche.
- Possa io non esaltarmi per la fama.
- Possa io non rattristarmi per la disgrazia (cattiva reputazione).
- Possa io non esaltarmi per il piacere.
- Possa io non rattristarmi per il dolore.
- Riconoscere che quello stato, il guadagno, la perdita etc. non sono nostri, non siamo noi e così lasciandolo andare.
- Alla fine possiamo dimorare nella pace.
Meditazione sull’equanimità registrata nel gruppo di meditazione di Terrapura il 12 marzo 2021.
Per ascoltare le riflessioni di Dharma sull’equanimità, date a seguire di questa meditazione:
E’ possibile ascoltare anche queste riflessioni di Dharma legate all’equanimità e agli otto dharma mondani:
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