Questa Meditazione Satipatthana sulla morte è la terza di una serie di meditazioni basate sul Satipatthana Sutta, “I Quattro Fondamenti della Consapevolezza”, il sutta più completo rispetto alle tecniche di meditazione insegnate dal Buddha.
Questa meditazione fa parte del gruppo delle meditazioni sul corpo, osservando la dissoluzione del corpo, quello che avviene al corpo dopo la morte. Ci permette di entrare in contatto con la paura della morte e di sviluppare una qualità di non attaccamento al corpo e vivere con serenità la morte stessa. Al tempo stesso, riempire di consapevolezza il corpo e la mente e aprirci all’investigazione aperta, al vipassana, osservando ogni sensazione che ci proviene dai sensi e dalla mente.
Meditazione Satipatthana sulla morte
Iniziamo con una scansione del corpo osservando gli elementi del corpo pelle, carne e ossa – coltivando il non attaccamento al corpo. Si continua con l’osservazione dei quattro elementi, terra, acqua, fuoco, vento – comprendendo che sono vuoti, vuoti di un sé:
- Terra: stabilità
- Acqua: umidità, coesione
- Fuoco: calore, temperatura
- Vento: movimento, respirazione
Portiamo quindi l’attenzione al respiro, coscienti della continuità del respiro, necessario per la vita.
Si porta l’osservazione sul respiro, senza il quale non saremmo vivi. Ma anche il respiro a un certo si fermerà, il corpo morirà. Portiamo quindi l’attenzione sulla morte. Il corpo andrà in putrefazione. Anche questo corpo andrà a pezzi. Possiamo portare l’attenzione sullo scheletro del nostro corpo, visualizzandolo il nostro corpo morto allo stato di decomposizione in cui rimane soltanto lo scheletro.
Portiamo l’attenzione sull’incertezza del momento in cui moriremo. Potrebbe essere tra tanti anni, tra poco, anche ora. Potrebbe esserci un incidente, un organo che smette di funzionare. Potremmo nemmeno arrivare al prossimo respiro. E se arriviamo al prossimo respiro, abbiamo la certezza che così ci siamo avvicinati di un respiro al momento della morte. Nemmeno il prossimo respiro è sicuro.
Possiamo inspirare osservando la morte, ed espirare rilassandoci e lasciando andare.
Se c’è troppa preoccupazione o paura, possiamo concentrarci sull’esperazione, rilassandoci e lasciando andare. Ma se siamo già rilassati, ci possiamo concentrare sull’inspirazione, osservando la morte.
In questo modo ci prepariamo alla morte, osservandola direttamente, addestrandoci nell’arte del morire. Che è poi anche l’arte della vita, poiché non c’è vita senza morte, la morte è parte della vita. Anziché far finta che la morte non esiste, possiamo osservarla direttamente, con coraggio, permettendoci di essere integri, integrando la vita e la morte, senza non voler vedere la morte. Tanto più la morte ci diventa familiare, tanto più vivremo con serenità, perché non nascondiamo nulla, vediamo tutto.
In questo modo, pienamente vivi, passiamo quindi alla consapevolezza aperta, osservando qualunque cosa arrivi dai sensi, dalla mente.
Referenze
Bhikkhu Analayo, da cui abbiamo preso le istruzioni per questa meditazione Satipatthana sulla morte, ha scritto numerosi testi sul Satipatthana Sutta. Consiglio in particolare “SATIPAṬṬHĀNA il cammino diretto” disponibile gratuitamente in traduzione italiana sul sito del Monastero Santacittarama, e il recente “Satipatthana Meditation: A Practice Guide“, in lingua inglese.
Meditazione Satipatthana sulla morte registrata nel gruppo di meditazione di Terrapura 16 luglio 2021.
A questa meditazione sono seguite delle riflessioni sulla meditazione sulla morte:
Immagine di Warren Wong su Unsplash