Mentre stiamo facendo un viaggio in auto, ci può succedere di fermarsi sul bordo della strada, e scendere in un bosco, in un prato, in un parcheggio, di cui guidando non ci eravamo nemmeno accorti. Possiamo improvvisamente sentire dove siamo, sentire il silenzio che ci circonda, il vento, il suono delle foglie, qualche rumore degli animali a distanza.
Siamo passati in un attimo dal nostro bozzolo, con la musica, i nostri pensieri, a tornare ad esistere nel mondo. Dove eravamo prima? Dove siamo ora?
Avvertiamo la quiete perché per un attimo siamo usciti fuori dal turbine continuo dei nostri pensieri, la lunga catena in cui un pensiero ne nutre un altro e un altro ancora. Toccando il terreno, torniamo al nostro corpo, fisicamente, dimenticando di fidarci e credere nei nostri pensieri, che passano nella nostra testa come come le automobili che ci sfrecciano vicine.
Guardando il cielo, guardando la terra, possiamo portare questa consapevolezza tornando a guidare.
Nella foto, erba e cielo di Subbiano (Arezzo), in Toscana